La verifica di governo avviata da Giuseppe Conte entra nel vivo con il confronto tra il premier e Matteo Renzi, alla guida della delegazione di Italia Viva.
Dal Mes al Recovery Plan, le richieste di Renzi al premier Conte. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontra Matteo Renzi e la delegazione di Italia Viva avviandosi così alla conclusione della verifica con tutte le forze che compongono la coalizione di maggioranza.
Le richieste di Renzi al premier Conte
Con il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratico la strada abbastanza in discesa, ma con Iv la musica sarà sicuramente diversa per il premier Conte, che con ogni probabilità si troverà di fronte a più di un bivio pericoloso per il suo esecutivo.
Matteo Renzi e i suoi avanzeranno delle pretese, o comunque porranno delle condizioni precise per andare avanti insieme. In caso contrario Italia Viva potrebbe sfilarsi dal governo ritirando anche le ministre. Renzi metterà sicuramente sul piatto la task force incaricata di controllare i progetti del Recovery plan – e su questo un compromesso è possibile – ma anche il Mes, che rappresenta una mina piazzata alle fondamenta del governo per la posizione del Movimento 5 Stelle, assolutamente contrario e per nulla intenzionato a trattare.
E presumibilmente quelli sopra indicati sono solo due dei tanti temi che il premier Conte e la delegazione di Italia Viva capitanata da Renzi affronteranno nel corso del vertice a Palazzo Chigi.
Resta da capire se quello di Renzi è un bluff o se davvero il leader di Italia Viva è disposto a far cadere il governo. A quel punto dovrebbe lavorare ad un governo alternativo, ad una nuova maggioranza di governo. Andare alle elezioni alla guida di un partito che viaggia intorno al 2% sarebbe un suicidio politico.
La lettera di Renzi al Presidente del Consiglio
Nel dettaglio, in una lettera inviata a Giuseppe Conte e pubblicata da la Repubblica, Matteo Renzi ha presentato al Presidente del Consiglio quelle che sono le richieste e le priorità di Italia Viva.
La task force
La prima parte della lunga lettera di Renzi è dedicata alla governance del Recovery plan, e la cosa non sorprende, visto che la crisi interna è iniziata proprio con la presentazione della task force.
“In questi giorni il racconto fatto dal Palazzo dice che “quelli di Italia Viva” vogliono le poltrone. È il populismo applicato alla comunicazione. Ma è soprattutto una grande bugia. Noi Ti abbiamo detto in Parlamento che quando un Paese può spendere 209 miliardi di € non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al Governo. Non si scambia una sessione del Parlamento con una diretta Facebook. Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento. Perché questi duecento miliardi di € sono l’ultima chance che abbiamo. Come nota acutamente Mario Draghi: “Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente“, recita la lettera pubblicata nella sua versione integrale da la Repubblica.
Il ruolo dell’Italia scenario internazionale
Dopo aver parlato dell’emergenza coronavirus e aver evidenziato i dati drammatici del nostro Paese in termini di vittime, Renzi ha spostato l’attenzione sulla politica internazionale, chiedendo a Conte di prendere una posizione.
“Sfruttiamo questa opportunità. Decidiamo insieme qual è il posto dell’Italia nel nuovo mondo dell’America di Biden e della nuova Europa. E come ci posizioniamo davanti alle grandi sfide della Pace di Abramo e del secolo asiatico. Andiamo in Africa per creare sviluppo e cooperazione e non con la retorica dei decreti sicurezza del Conte-I. E giochiamo un ruolo nel Mediterraneo dove negli ultimi anni si è fatta meno palpabile la nostra presenza e più forte l’impatto di Turchia e Russia. Tutte sfide che la presidenza di turno del G20, altissimo onore cui sei chiamato, deve affrontare”.
La sostenibilità ambientale
Renzi condivide l’impegno nella sostenibilità ambientale e nella Green Economy, ma ha ricetta differente rispetto a quella proposta dal Presidente del Consiglio.
“Investiamo davvero sulla sostenibilità ambientale. Ma questo non vuol dire richiamare sempre e comunque solo il super bonus del 110%. Eni, Enel, Snam, Saipem sono nel loro settore leader mondiali. Come fare a creare posti di lavoro verdi? Come rilanciare sull’economia circolare partendo da straordinarie esperienze di successo anche italiane, magari legandole alle public utilities? E come guidare il processo di COP26 che Biden ha affidato a Kerry mentre noi in Italia abbiamo uno spezzatino di competenze tra Ambiente, Farnesina e Chigi? Eppure tocca a noi guidare la COP26 quest’anno. Ricordo ciò che ha fatto Hollande quando ospitò i leader a Parigi nel 2015: noi come ci stiamo preparando? La grande sfida dell’idrogeno, la piantumazione di nuovi alberi, la lotta al dissesto idrogeologico, le nuove tecnologie a servizio della sostenibilità: su questo ci trovi appassionati e pronti alla discussione”.
Il Piano Shock per la realizzazione delle Infrastrutture
Il leader di Italia Viva torna poi a chiedere che vengano sbloccati i cantieri per la realizzazione delle infrastrutture, il Piano Shock che Italia Viva prova a rilanciare da mesi.
“In questo senso ci giochiamo la carta delle infrastrutture. Il nostro Piano Shock è stato approvato solo a parole. Le lentezze non sono solo burocratiche ma anche politiche, frutto di indecisioni. Presidente, non importa essere keynesiani per capire che l’unica strada per crescere sono gli investimenti pubblici e privati. Perché non parte la Gronda a Genova? Siamo ancora vittime dell’ideologia di chi come Beppe Grillo voleva mandare l’esercito per bloccarla? E ancora: nel piano che abbiamo letto con attenzione sono scartate inspiegabilmente molte opere. Innanzitutto le metropolitane a cominciare dalla prosecuzione delle linee B1 e C di Roma e della Metro 5 di Milano. Ma tanto è ancora da fare – sia al Nord con la Venezia Trieste – sia al Sud dove tra i lotti mancanti della SS106 e l’alta velocità Salerno Palermo ci sono ancora dieci miliardi pronti da investire. Soldi che creano posti di lavoro, non redditi di cittadinanza. E che fanno PIL molto più di tante altre scelte“.
Anche il Mes tra le richieste di Renzi a Conte
Non poteva mancare un riferimento al Mes, la vera e propria mina pronta far saltare il banco del governo, soprattutto se Renzi dovesse forzare la mano.
“E come è possibile mettere solo nove miliardi sulla sanità? In tre anni il mio Governo ha messo sette miliardi in più, senza pandemia: ancora oggi i Cinque Stelle definiscono “tagli” questo maggior investimento di sette miliardi in tre anni. Dopo una pandemia e con risorse eccezionali mettiamo solo nove miliardi in cinque anni? E come possiamo dire NO al Mes che ha meno condizionalità del Recovery Fund? Qual è la ragione del nostro rifiuto? I nostri parlamentari hanno proposto una precisa allocazione dei 36 miliardi del MES. Come si può dire no agli investimenti sulla sanità, caro Presidente? Se siamo in emergenza e abbiamo il maggior numero di morti in Europa forse dobbiamo investire di più in Sanità, non credi? Questo rifiuto ideologico del MES mi appare ogni giorno più incomprensibile.
Recuperando i denari del MES, possiamo allocare i nove miliardi originariamente previsti per la sanità su un settore decisivo per il nostro futuro: la cultura e il turismo. Bisogna smetterla con una visione ottocentesca di musei e teatri, come se questi possano essere considerati meri divertissements per annoiati signori: sono la base della nostra identità. E i professionisti che vi lavorano meritano di essere trattati come tali: gli operatori della cultura non sono quelli “che ci fanno divertire” ma coloro che ci ricordano chi siamo, perché viviamo, perché amiamo, perché siamo ancora capaci di sognare. Se davanti a un piano di 200 miliardi l’Italia mette solo 3 miliardi sulla cultura e sul turismo stiamo perdendo noi stessi. Presidente, hai idea di come stanno soffrendo alberghi, ristoranti, città d’arte, operatori?“.
La posizione di Conte (che non esclude il rimpasto)
Ospite ad Accordi e Disaccordi, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato ovviamente anche dell’incontro con Italia Viva, tenendo coperte le sue carte. Ovviamente. Ma qualche indizio è venuto fuori. Uno su tutti, la disponibilità a procedere con un rimpasto, una pratica che piace poco al Presidente del Consiglio ma che potrebbe blindare l’esecutivo, almeno per il momento.